Binari dispari, senza senso, eppure…
Alla fine del 2020 mi auguravo un 2021 che portasse a frutto i disagi affrontati. Oggi posso solo dire “nulla di nuovo sul fronte occidentale”. Che non è molto festosa come frase. Poi il margine di speranza è risicato come non mai. I buoni propositi, irrealizzati. Le fatiche aumentate. I farmaci piú invasivi.
Che senso ha farsi gli auguri anche oggi? Povero 2022. Lo stiamo caricando del peso di risolvere tutto, proprio nel momento in cui si sta affacciando un periodo ancora più duro. Allora decido che il 2021 non termina oggi. Come quando l’anno scolastico non finisce per colpa di una materia da recuperare, io rimando il 2021… a primavera. Si! E solo allora canteremo la Goggi anche se non ha senso. Usciremo a festeggiare per le strade. I bambini saranno liberi di correre nei parchi e le mamme di spettegolare nell’intimità delle panchine. I padri torneranno a fare tardi la sera con l’alito di vino. Ci schiacceremo ridendo in metropolitana. Solo le libellule e le rondini continueranno a evitarci come la peste, ma non ci importerá, perché ci abbracceremo come alla fine di una guerra. Ecco, mi auguro che questo 2022 arrivi a primavera, e solo allora potremo tornare a sperare di spezzare le paure del passato. E riattizzeremo le vecchie amicizie anestetizzate da whatsup, in un nuovo ciclo di mangiare e bevute.Resistiamo ancora un po’.Buon 2022, in anticipo, a tutti noi.